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Tecnica o interpretazione?

28 Novembre 2018by amministratore0
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TECNICA E INTERPRETAZIONE (COS’è Più IMPORTANTE?)

Molto spesso ci troviamo di fronte a questo quesito: tra tecnica e interpretazione (emozioni) cos’è più importante?

La risposta è che non ce n’è una più importante dell’altra, se mai esse sono complementari, una non può esistere senza l’altra.

Viviamo in una società dove spesso “l’istinto” o il cosiddetto “x factor” sono considerati aspetti più importanti nella professione del cantante ma spesso non sappiamo a quali difficoltà concrete va incontro chi non si è preparato tecnicamente, dopo un concerto di due ore o addirittura un’intera tournè,. Allo stesso modo spesso sentiamo dire che la tecnica uccide l’arte, che ti incasella, che toglie il lato spontaneo del canto.

Dobbiamo pensare invece che la tecnica è a servizio dell’interpretazione. 

La tecnica è fondamentale per un uso corretto e salutare del proprio strumento.

La tecnica non toglie niente, anzi, ti permette di esplorare, superare i tuoi limiti, scoprire il tuo suono.

La tecnica ti dà gli strumenti per affrontare un brano, comprenderne lo STILE, ti dà la consapevolezza necessaria per scegliere quale INTERPRETAZIONE dare.

Spesso il brano contiene in sé già il modo in cui vuole essere cantato. Prima di dare una nostra interpretazione dobbiamo cogliere e comprendere ciò che il compositore voleva dire, ottenere, raccontare e sapere in che contesto è inserito il brano (soprattutto nel caso del musical!).

Perciò quando sentiamo dire che “il canto non si può insegnare” o “non si può studiare” non c’è niente di più raccapricciante da sentire. E’ come dire che un atleta può partecipare a una gara sportiva senza allenarsi e sperare di vincere, non farsi male e avere una lunga carriera. Se ci fossero dei casi in cui un cantante può permettersi di non studiare mai in tutta la vita, essi sono UN’ECCEZIONE, un caso su un milione, un fenomeno naturale e sporadico, non sei TU.

E l’interpretazione quindi? Non serve a nulla? “Metterci qualcosa di mio” o “emozionare” non è importante? Sarebbe altrettanto raccapricciante sentir dire che non lo è. La nostra interpretazione è ciò che trasforma la mera esecuzione in un “pezzo d’arte”, è ciò che rende la nostra esecuzione un pezzo unico. E’ come dire che l’atleta di prima può vincere le olimpiadi senza averci messo motivazione e grinta, senza urlare e piangere a fine gara o quando sale sul podio. E’ come la cioccolata senza la panna, la scaloppina senza il limone, la carbonara senza guanciale (lo so che la fate con la pancetta, maledetti).

Perciò date libero sfogo alla fantasia, all’emozione, all’arte, cantate a modo vostro…  ma prima (e durante) studiate.

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